Mi svegliai con la solita sensazione di merda. Avrei voluto rimanere a letto per tutta la giornata, ma dovevo guadagnare da vivere. Mi alzai e accesi una sigaretta. Guardai fuori dalla finestra e vidi il sole splendere nel cielo azzurro. Sembrava una giornata perfetta per andare al mare, ma io dovevo andare in ufficio.
Mi vestii e uscii di casa. Presi la solita strada verso l’autobus, cercando di evitare gli sguardi dei vicini che mi fissavano con disprezzo. Ero uno scrittore, ma non guadagnavo abbastanza da potermi permettere un’auto. Dovevo accontentarmi di prendere l’autobus con gli altri poveri sfigati come me.
Quando finalmente arrivai in ufficio, mi sentivo già esausto. Mi sedetti alla mia scrivania e iniziai a scrivere. Scrissi di tutto, dall’amore alla morte, passando per il sesso e l’alcol. Scrissi fino a quando mi vennero i crampi alle mani.
Poi uscii dall’ufficio e mi diressi verso il bar. Avevo bisogno di una birra, o forse di due. Entro nel bar e vedo una vecchia conoscenza al bancone. Era un alcolizzato come me, ma almeno lui guadagnava abbastanza da potersi permettere il whisky.
Ci sedemmo al bancone e cominciammo a parlare. Parlammo di tutto, dalla politica alla religione, passando per le donne e la vita. Parlai fino a quando la mia voce si spense.
Poi mi alzai e me ne andai. Tornai a casa e mi sedetti sulla mia poltrona preferita. Accesi una sigaretta e mi misi a guardare la TV. C’era una partita di calcio, ma non mi interessava. Mi sentivo solo e triste, come sempre.
Ma poi accadde qualcosa di strano. Non la vidi arrivare, la mia gatta Nera con i suoi occhi Gialli penetranti mi saltò addosso e mi cominciò a leccare il viso. Sembrava felice di vedermi. E in quel momento capii che non ero solo. Avevo la mia gatta e la mia scrittura. E forse non era poi così male.